venerdì 25 giugno 2021

Timing perfetto prima del temporale: Spigolo Abram - Piz Ciavazes

Non posso fare altro che avere parole di elogio per questa via. Ne avevo sempre sentito parlare, l'avevo anche vista da vicino, l'avevo sempre scartata perchè il grado non era il mio ma era comunque rimasta nella lista, in attesa. Poi esce la combinazione giusta e si prova. Solo il meteo mi farà dannare e perdere il sonno. Quante ore passate sulle mappe per capire a quale minuto di quale ora sarebbe arrivo il castigamatti da Ovest. Ad un certo punto mi fisso mentalmente questo momento nelle ore 14. Arriviamo in Val di Fassa molto tardi il giovedì notte, segue discreta dormita in furgone. La luna piena illumina a giorno, cielo sgombro da ogni nuvola. Al risveglio ore 6 la situazione è analoga e ci da' la spinta giusta per provarci, non avrebbe senso altra scelta. Affrontiamo la mezzora rimanente di viaggio per radunare le idee su materiali e divisione dei tiri. Gec farà i due tiri più duri (L4, L5) e io gli altri di V (L3, L10). Poi gli altri come viene. Siamo i primi a parcheggiare, non vediamo nessuno in giro. Alle 8 c'è il calcio d'inizio, parto io sul primo tiro facile di III+. Passo il comando al compagno sul secondo tiro di IV, che è già più verticale e con qualche sezione da proteggere. Eh si perchè la via è chiodata ma è necessario se non obbligatorio integrare con nuts (molto adatti su questa via) e friends. Sul terzo tiro un passaggio qualche metro dopo il primo chiodo mi impegna particolarmente, ma in realtà basta sempre seguire la logica, ovvero cercare il facile nel difficile. La fessura è ancora lunga, un V molto sostenuto che non molla fino alla scomoda sosta. Arrampicata tecnica ed ariosa, da gustare un metro alla volta. Qualche passaggio un po' unto ma mai fastidioso. Gec parte dalla sosta su L4 forzando subito uno strapiombetto, poi per fessure anche da proteggere e lame si guadagna la sosta sulla sinistra prima del tiro chiave. Alcuni passaggi impegnativi su terreno verticale se non strapiombante, lunghezza entusiasmante. La partenza di L5 stranamente non mi incute timore mentre vedo il compagno salire e poi scomparire dietro lo spigolo. Ci sono chiodi e cordoni da trazionare e sono solo 12 metri. Lascio la sosta e mi ritrovo in un attimo in partita, subito faccio un parallelo con il buon Erich Abram e me lo immagino qua con chiodi, martello e cunei di legno. Non credo che a lui interessasse il 6b in libera in quel momento. La sua visione era di passare al di là di questo strapiombo e accedere alla parte superiore e completare la salita di questo splendido spigolo. Allora faccio uguale, con un mix piacevole tra arrampicata libera di V+ e A0 utilizzando qualche cordone in un attimo sono in sosta. Chissà se il grappolo di cunei nella fessura sono quelli della prima salita, in ogni caso un vero museo dell'alpinismo a cielo aperto. La sesta lunghezza è facile e su roccia stupenda, aleggia un po' quella sbagliata idea che la via ormai è una passeggiata. Eh no! Dopo altri due tiri tutti da arrampicare, alla fine di L8 giunti a una forcella con cengia si entra nella temuta fase del dove passerà la via e cosa dicono le relazioni. I fogli corrono tra le mani in cerca della soluzione, che per quanto ovvia, va trovata solo in un modo....salendo. Nona lunghezza molto interessante, sopra una sosta intermedia si evita il duro (allungare bene le protezioni) traversando verso sinistra e poi salendo nuovamente a destra. Tiro non difficile ma da leggere bene. Qualche chiodo aiuta a confermare la giusta linea. Si può tranquillamente scomodare il V-. Il diedrino liscio di L10 lo prendo in carico io. Al chiodo arancione di forza a destra, poi in verticale, segue traversino esposto a sinistra. Si giunge a un pulpito. Con decisione, facendo uso a man bassa di nuts e friends si percorre una fessura di quelle severe ma giuste fino a giungere a una zona detritica alla base di una barriera gialla. Dai il peggio è fatto, ora con due tiri sul IV grado saltiamo fuori dallo spigolo. Sono le 14, la via l'abbiamo salita in 6 ore. Le 4 ore dichiarate da alcune pubblicazioni mi lasciano abbastanza perplesso. Iniziamo a mettere via il materiale, ma.....in un attimo il sole ci saluta e il nero fronte sta arrivando. Beh c'è da dire che le mappe Cosmo, Lamma ecc e pure 3B Meteo l'avevano anche detto...Tra Col Rodella e Sassolungo è già acqua, qualche tuono ci fa velocizzare le operazioni e ci incamminiamo di gran carriera sulla Cengia dei Camosci. Quando siamo al cavo d'acciaio che è perfetto per fare massa per fortuna il temporale ha girato più a Nord e ci lascia tranquilli anche sulle discesa in corda doppia. Poi via quasi correndo giù per il ripido sentiero verso il posteggio. Le gocce si fanno sempre più grosse, il nero incombe, la luce sfuma in quello strano colore giallo che lascia pochi dubbi. A 100 metri dal furgone cambia la musica, ma siamo svelti e saltiamo dentro alla nostra venerata gabbia di Faraday. Anche stavolta è andata! Veramente contenti e soddisfatti, ma ci siamo detti...la prossima volta solo con l'alta pressione....sarà poi vero?

venerdì 11 giugno 2021

Viaggio introspettivo: Spigolo delle Bregostane - Pala del Docioril

Mi è stato necessario qualche giorno per elaborare nel modo corretto le sensazioni che mi ha dato percorrere questa via. in genere si va per arrampicare, ci si concentra su questo, sulle difficoltà che si incontreranno, sulla chiodatura, sul percorso e ovviamente sulla bellezza del percorso. Qua, nella solitaria Val d'Udai, accade qualcosa di diverso. L'ambiente naturale è di prim'ordine, ci sono cascate e solchi profondi, l'occhio si perde e si distrae spesso per analizzare e immagazzinare il contesto. E' metà giugno, in giro non si vede nessuno, ma credo che anche in piena stagione estiva quassù ci sia davvero poco traffico. L'avvicinamento è lungo, sono 700 metri di dislivello da percorrere tutto d'un fiato, l'ultima parte per guadagnare la base dello spigolo è ripida e sembra non finire mai. Già qua si capisce che questa uscita è un viaggio introspettivo dentro se' stessi, siamo fuori dai normali contesti dove si arrampica, a un'abisso di distanza dal Lagazuoi piuttosto che dalle Torri del Sella. La via scorre velocemente, qualche dubbio sul percorso comunque logico fa perdere un po' di minuti ma rimaniamo nei tempi schivando anche la pioggia. In cima allo spigolo ci accoglie il sole, le nuvole scure che ci avevano fatto intimorire se ne sono andate. Siamo sui prati sommitali, non è un caso che ora siamo illuminati da una splendida luce, tra fiori, marmotte e una geologia incredibile. Non è un caso perchè dobbiamo vedere bene cosa ancora le Dolomiti possono dare, un ambiente così selvaggio al punto da sembrare inospitale a pochissimi chilometri dagli impianti da sci e dal traffico insostenibile. Potrei trovare un paragone immediato solo con la zona di Mondeval e Piz del Corvo (Val Fiorentina). Ecco forse allora qua ci si accorge che il tempo potrebbe ancora scorrere lentamente, camminando sul filo di un crinale per andare ad osservare un solitario albero sull'orlo del burrone. La leggenda vuole che qua ci siano le Bregostane, le streghe. Ma posso anche immaginare che non ci voglia molto a suggestionarsi stando qualche ora qua su in cima, magari da soli e con il brutto tempo. E il tentativo di scendere velocemente verso valle è anch'esso un illusione. Scendendo per i ripidi prati verso sud-est si arriva ad una baita appena ricostruita, c'è un montanaro di quelli veri che sta spaccando la legna. Graziano ci invita per un bicchiere, si meraviglia quasi di vedere qualcuno in discesa dopo la via "dal Bregostani". E' giunta l'ora di salutarsi, un po' per scherzo e forse anche un po' no, ci racconta che suo nonno la strega l'ha vista davvero. Infatti....bisogna tenere gli occhi ancora ben aperti, non c'è una comoda mulattiera per scendere ma un sentierino che affaccia su profondi canaloni, occorre fare attenzione. Poi la traccia si fa sentiero più marcato e si ritorna sull'avvicinamento fatto al mattino. Rimarrà comunque ancora in corpo a lungo la sensazione di aver fatto un viaggio dentro la montagna, molto profondo. E nel momento in cui gradualmente si è si assimilato tutto questo, improvvisamente ci si accorge di aver ritrovato se' stessi. Breve relazione: Avvicinamento da Mazzin di Fassa 1372 metri seguendo la strada forestale CAI 580 fino a quota 1720, oltre le cascate del Satcront. Cartello bianco ad un bivio con scritto Soscorza. Ora a destra su sentiero ben marcato, alcune piante con segni di vernice blu. Dopo una ripida salita il sentiero diviene più pianeggiante. C'è un ometto, si sale verso sinistra ripidamente il pendio che porta alla base dello spigolo. Traccia molto incerta nel bosco, si sta sempre a ovest di un canalone tra alberi e massi, ultima parte su terreno più aperto in vista della via. Lo spigolo appare subito molto affilato e verticale, c'è un fix di partenza poco visibile lato canale, che è più idoneo utilizzare come prima protezione. La via è chiodata abbastanza bene, per contro non è sempre facile trovare le protezioni. Si arrampica sempre su terreno verticale ed esposto, il grado V è abbastanza prevalente. In genere i passaggi più difficili sono protetti (fix o chiodi), tranne la partenza del camino a campana del terzo tiro. Qua servono nuts medi e friends grandi (2 e 3) per proteggersi in modo adeguato. Molto utili anche dei cordini aperti per le clessidre che ogni tanto si incontrano. Le soste sono sempre ben attrezzate con fix, chiodi o clessidre, in genere evidenti. La via si capisce che non è molto frequentata, la roccia è buona ma alcuni tratti richiedono attenzione anche alla luce delle protezioni distanti. Il quarto tiro si potrebbe definire quello chiave e il più sostenuto (breve strapiombo, fessura e placca verticale). Il settimo tiro presenta roccia gialla marciotta ma è più facile di quello che sembra. Ultimo tiro (ottavo) con difficile uscita strapiombante dopo un breve diedro, sicuramente V+ anzichè il V- dichiarato. Per raggiungere i prati sommitali è necessario seguire per tracce il crinale, ci sono dei passaggi di III grado per nulla banali su terreno incerto. Per la discesa raggiungere una sella a monte, oltrepassarla fino a guadagnare una quota di circa 2320/2350 metri e affacciarsi verso Sud. Ora individuare la baita di Graziano quota 2180 m e raggiungerla cercando il terreno meno ripido e scivoloso (direzione sud-est). Sotto la baita verso sud si diparte la traccia di discesa, che diventerà sentiero in corrispondenza di una baita più grande a quota 1934 m. Da qua a ritroso fino all'ometto e poi per il percorso effettuato al mattino. Bella arrampicata, indispensabile sapersi muoversi su V grado senza patemi, richiesta pratica nell'uso di protezioni veloci. Considerare l'impegno totale della giornata tra avvicinamento, arrampicata e discesa. Con Gec, che anche questa volta si è fidato delle mie previsioni meteo e della scelta dell'itinerario.

mercoledì 1 novembre 2017

Nuovamente operativi!

In data odierna ho terminato la messa in sicurezza della falesia dopo l'incendio di Agosto. Tutti gli itinerari sono nuovamente agibili e percorribili. Qualche via sarebbe da ripulire, purtroppo mancano le piogge ad aiutare in questa operazione. Prossimi interventi in programma 2019: sostituzione cavi d'acciaio nella parte bassa tratto orizzontale e primo tratto verticale ferratina. Vi lascio con questa simpatica immagine del nuovo attaccapanni - deposito zaini.


giovedì 7 settembre 2017

Incendio a Susano - Falesia parzialmente inagibile

Ciao a tutti,
purtroppo l'incendio dell'ultima settimana di Agosto 2017 che ha colpito Monte Pero e le vicinanze della frazione di Susano, ha avuto conseguenze dirette anche sulla falesia. Al momento risultano NON agibili con il materiale in loco le vie "52 Gioca a Muori, Caccia a Ottobre Rosso e Die Hard" in quanto il fuoco ha colpito le catene poste sugli alberi. Provvederò più avanti a risolvere in qualche maniera la situazione, spero in tempi brevi. Oltre a questo un albero caduto impedisce di percorrere la ferrata dal settore basso a quello alto, compromettendo in parte anche l'uscita in catena del Kursk (manca anche il moschettone..). Il mancorrente di corda che porta alla via "Fra la Via Emilia e il West" è bruciato. Per fortuna comunque tutte le vie non sono state colpite dal fuoco, pertanto i danni totali sono limitati. E' meno peggio di quello che sembra. Il settore Alto invece, nonostante il prato alla base sia bruciato, è perfettamente fruibile. Il moschettone sulla via "Toky c'è" è stato rubato già prima dell'estate purtroppo. Oltre a questo vorrei segnalare che nel bosco ci sono parecchi alberi in bilico, idem vale per numerosi sassi che avendo perso i loro appoggi naturali sono pronti a rotolare giù. Credo che un lungo periodo di forti piogge sarà utile per ristabilire gli equilibri sul terreno e a togliere l'odore di bruciato piuttosto forte e disarmante. Le foto a seguito sono eloquenti.









sabato 30 luglio 2016

Sistemazione catene

La fine di luglio ha portato dei moschettoni nuovi su alcune catene. Ho rimesso un attimo le mani su "Fra la via  Emilia e il West", situazione difficile per le piante che sono ricresciute e anche per il moschettone in catena che ho dovuto bloccare con le pinze perchè è saltata la molla della leva. Percorribile con attenzione, tra l'altro ho disgaggiato anche un bel sasso sul fianco sinistro del diedro. Vedremo più avanti cosa si può fare per migliorare. A seguito le foto.




giovedì 7 aprile 2016

Anche la via più facile...ora ha la sua catena

Finalmente ci sono riuscito. È da prima della partenza per la Patagonia che mi ero ripromesso di andare a mettere una catena anche per Toky c'è ....la via più facile di Susano. Avevo notato che qualcuno faceva moulinette su un fix che una volta era a servizio di una fissa, la cosa non mi sembrava molto sicura. Quindi ho aggiunto un secondo fix e relativa catena. Al momento non c'è ancora il moschettone...mettete una ghiera delle vostre take away.
A fianco, sulla catena della placca, ho inserito un'ancora rossa reduce da una mia via ormai schiodata che non aveva avuto successo a Badolo, dove ora passa l'ultima parte della ferrata prima della cima. Fare solo attenzione, prima di farsi calare, di non essere con il nodo oltre la parte bassa dell'ancora, se no si rischia di aprire la levetta e sfilare la corda (no bello....)

Altri lavori già in corso, come cambio moschettoni alle soste e delle fisse di corda usurate.

Attenzione: zecche in agguato....spray, vestiario adeguato, e controllo a casa....






sabato 26 dicembre 2015

Good Bye Piero, my friend

Caro Piero
Alla fine il momento è arrivato, non si torna più indietro, già da un po' non aveva senso andare avanti, eri il primo a esserne cosciente. Non dimenticherò quel giorno di marzo di quasi due anni fa quando ci avevi raccontato come stavano le cose. Senza parole dirette o termini medici, anzi invece con buffi sinonimi, avevi ben chiara la situazione...e noi anche. Mi ricordo che ti dissi "fatti sentire, mi raccomando" e tu giustamente rispondesti "fatevi sentire voi....". In quel momento mi resi conto che la nostra amicizia era fatta soprattutto di arrampicata, di brevi incontri in qualche falesia dolomitica, a Badolo, più raramente in palestra. Sempre poche parole, bastavano gli sms, la telefonata era un osso duro per entrambi. Ma alla fine ci siamo sempre trovati. L'arrampicata era scandita dai tuoi aneddoti, dalle tue inconfondibili pause, dai giusti consigli di chi ha tredici anni di più, dalla tua ironia. Non ti nascondo che è stato difficile in questi due anni doverti mandare un messaggio o una mail per sapere come stavi, come procedeva, l'argomento era tanto diverso dal solito. Ma non ci siamo persi. E quando ho capito che il tempo stringeva e sono venuto a trovarti in ottobre, alla fine abbiamo parlato del tema che ci univa. Quell'arrampicata che lega con la corda tutto quel branco di matti che sta nelle falesie o sul muro, o peggio ancora in montagna. Legami fatti con nodi forti e corde robuste, appigli e appoggi, viaggi in macchina, eterne discussioni su un più o meno rispetto al grado della settimana, catene da prendere al volo o dove si arriva ma si respira quella sensazione strana. Ecco forse tu sei arrivato proprio a quest'ultima, quella che quando ti giri verso l'orizzonte e' tutto calmo quasi annebbiato, mentre sotto c'è il solito caos. Stavolta non ti possiamo calare, ti sei slegato e prosegui per la cengia. Ma la corda rimane.

Un Saluto

Marco



giovedì 4 dicembre 2014

Escalibur.eu

Ciao,
visto che a Susano non ci vado più molto spesso, almeno sono andato un po' in giro per falesie e pareti a fare un po' di attività...

Seguitemi su Escalibur.eu:

Falesie/Monotiri

http://www.escalibur.eu/it/user/routes/39

Multipitch (aggiornate solo da oggi fino al 2010....mancano ancora tutte quelle fino al 1994...coming soon...)

http://www.escalibur.eu/it/user/multipitches/39

Buone arrampicate a tutti!!




sabato 2 agosto 2014

Pronti, via!

Sabato di buon mattino sono andato a fare un po' di manutenzione, i tempi erano maturi. Rinforzata la catena principale di Susano Basso con anche un nuovo moschettone in acciaio. Purtroppo ho rotto la fascetta, per adesso è incerottato..Pulita bene anche la parete, c'è un po' di terra sulle vie, ma sole e caldo sistemeranno tutto. Purtroppo "Fra la via Emilia e il West" non sono riuscito a sistemarla, serve un lavoro più strutturato. Qualche taglio pianta al piano di sopra ha reso la situazione accettabile per arrampicare, ma ci sarebbe ancora tanto da fare. Se Meteogiornale ci prende, l'alta pressione e il bel sole seccheranno un bel po' di erbacce. Noi.... ci crediamo. Buone arrampicate e buone vacanze a tutti, Pronti, Via!

mercoledì 16 luglio 2014

Voglia di ricominciare

Eccoci qua, sera del 15 Luglio, primo giorno estivo dopo settimane di tempo perturbato e piovoso. Era da molto che dovevo (volevo) tornare, questa volta ho tardato anche per pigrizia e perché sono stato in giro per altre falesie. Essere qua vuol dire sentirsi a casa e quindi ha prevalso il senso quasi oppressivo del dovere, del non abbandonare. La panchina era il primo obiettivo, e difatti l'ho ritrovata distrutta dalle intemperie...


Il tutto ovviamente invaso dalla vegetazione....quindi farsi coraggio e pronti a lavorare di utensili, trapano e pennello....



 Ma ora direi che ci siamo....speriamo in una vita media dell'asse di dieci anni.


Per il resto tutta la falesia necessita di manutenzione. Sulle targhette vanno rifatte le scritte, una catena è da cambiare, al piano alto le piante e l'erba sono cresciute a dismisura con le piogge degli ultimi tempi. Vedrò di fare il possibile, incerti però i tempi dell'intervento.

Anche nel bosco ci sono stati crolli e rotture notevoli di rami e alberi, segno che tutto è in continua evoluzione. D'altra parte l'essere umano non si interessa più dei boschi della zona, nel giro di pochi anni la vegetazione tornerà ad essere impenetrabile e i bei sentieri scompariranno.

Per chi passa, buone arrampicate! Spray per zecche e zanzare e un paio di forbicioni per l'erba sempre a corredo!!

sabato 3 agosto 2013

Living in the jungle!

Visita di piena estate quella di oggi, giusto una giornata da 40 gradi in pianura. Sono con Luca, friulano trapiantato a Bologna, fresco di corso di arrampicata. Giusto per evidenziare la differenza tra la plastica e la falesia, lo porto in questa giungla...Bottino: appena arrivati vipera o similare sul sentiero, puntura di ape per lui è di vespa per me. Le zecche...no quelle forse oggi hanno avuto pietà di noi... Battute a parte, c'è bisogno di un po' di manutenzione, la panchina ormai è rotta e instabile, la buchetta e' da cambiare, se ne riparla questo autunno. Nella foto Luca alle prese con il tetto di Ottobre Rosso.

lunedì 31 dicembre 2012

Ultimo giorno di un lungo anno

Visita last minute a Susano il 31 dicembre. Pomeriggio molto bello e fresco, il sole gira ancora basso. Quattro vie in autosicura, sapore d'inverno che poi tramutera' in primavera, foglie che cadono sulla testa mentre arrampico. Un po' di manutenzione con cambio moschettone provvisorio in catena. Sono le 16.30 dell'ultimo giorno di un lungo anno, nei miei pensieri e soddisfazioni rientro verso casa.

domenica 24 giugno 2012

100!

Con la via Ibex al Piccolo Lagazuoi oggi raggiungo, con grande gioia, il traguardo delle 100 vie percorse su roccia. Non è facile, se non impossibile, descrivere tutto questo. Vorrei però ringraziare tutti coloro che sono stati legati alla corda con me durante questo lungo percorso. Prima di tutto mia moglie Hanna, mio babbo Bruno, mio suocero Onno, Walther, Piero, Lele, Marcone, Robilung, Cristiano, Ivan, Giacomo, Cecco, Martino, Lorenzo e Grazia, Lorenzo ON-OFF, Giorgio, Paolo, Alessandro, Marcello, Scott ed eventuali altri che potrei aver dimenticato dal 1995 ad oggi.

lunedì 14 maggio 2012

Dopo l'inverno

La situazione attuale della palestra è buona, ci sono andato già alcune volte e le vie sono pulite. Ovviamente è maggio, stagione preferita dalle zecche quindi non sottovalutate il problema e controllatevi appena giunti alla parete e quando rientrate. Le neve dell'inverno ha infiltrato la roccia in alcuni punti creando qualche scaglia, porre attenzione. Nell'uscita di sabato scorso ci siamo imbattuti in una biscia di grosse dimensioni, nella zona di foglie che sta sotto la fissa che porta all'attacco di "Fra la via Emilia e il West". Il mio amico Robilungh ha fatto un bel salto quando l'ha vista a soli 3 metri di distanza. Secondo me si tratta di una Natrix Natrix, innocua biscia nostrana (vedi foto presa da wikipedia) che comunque non ti lascia indifferente....

domenica 27 novembre 2011

Prima dell'inverno

In attesa dell'inverno che non arriva, novembre è stato il mese dell'arrampicata con tre bellissime uscite tra Arco, Brentino e la Corma di Machaby. Quale modo migliore di chiudere questo mese, in questa stupenda giornata di sole, se non con una visita a Susano. Ho speso un po' di tempo per sistemare la via "Climb on Monte Pero". Purtroppo negli anni gli appoggi per i piedi si erano ridotti sotto i minimi, quindi li ho ripristinati come sono nati nel lontano 1993. Con questo intervento la via ritorna nei parametri del grado indicato (5b+). Giù in basso ho pareggiato un po' la base di "Il Kursk". Il primo passaggio sembra un po' difficile, ma basta fare buon uso dei piedi. Per il resto tutto in ordine, sole e splendide giornate per fare qualche tiro di corda. Ricordatevi lo spray contro le zecche, non ci sono più stagioni neanche per loro...

sabato 22 ottobre 2011

Concetto di via Lunga a Badolo

Con Walther (SA 730) ci siamo fatti questo viaggio attraverso le arenarie plioceniche, cercando una logica combinazione per percorrere i 110 metri affioranti di parete. Con piacere abbiamo riscontrato che la sicurezza lungo il percorso è ottima; gli itinerari percorsi sono stati tutti recentemente richiodati, tranne il tiro finale che mantiene comunque la buona chiodatura del 1995.


Questo il nostro percorso:

L1: La ferla, 4b, 40 metri (fino alla cengia). Sosta su 2 chiodi.
LT: trasferimento su cengia. Catena di sosta con anello.
L2: Due Tetti, primo tiro, 5c, 22 metri. Catena di sosta con anello.
L3: Due Tetti, secondo tiro, 4a, 12 metri. Sosta su alberi.
LT: trasferimento su sentiero.
L4: Diretta del Fico, 5c+, 18 metri. Uscendo a sx, sosta su 2 chiodi.
L5: Spigolo della Lunetta, 3c, 35 metri. Sosta su 2 chiodi.

Sviluppo complessivo: 127 metri

Materiale necessario:

13 rinvii, discensore, casco, moschettoni a ghiera, 2 fettucce da 60 cm e 2 da 120 cm per le soste e gli ancoraggi su piante degli ultimi tiri.

Note:

Con le gradazioni sono stato forse leggermente largo, ma non credo di tanto. In uscita da L3 c'è un passaggio delicato, comunque ben chiodato.

Alcune foto della via:

https://picasaweb.google.com/109384316873090337750/Badolo22Ottobre2011


mercoledì 27 luglio 2011

Situazione 24 Luglio 2011

Rimontata la targhetta della via "il Kursk" e sistemata la catena, ora piazzata all'inizio del secondo tratto di ferrata.
Eseguita anche pulizia generale della via "Fra la via Emilia e il West".


domenica 5 giugno 2011

Situazione falesia giugno 2011

Oggi sono stato a Susano Basso con l'intenzione di fare un po' di manutenzione. Ho cambiato la corda fissa (ora di colore rosso) che porta alla via "Fra la via Emilia e il West". Al momento questa via in basso è parecchio sporca; in questa zona ci sarebbe poi l'intenzione di mettere in piedi un nuovo terrapieno da collegare a quello già esistente. Ciò consentirebbe un accesso più gradevole e comodo. Vedremo di metterci a lavoro appena possibile.
La targhetta del "Kursk" è stata tolta per essere riverniciata, ma su questa corta e forse non fortunata via oggi ho fatto un intervento importante. La catena era posizionata alla sommità di un'enorme masso che sta lì dalla notte dei tempi. Era però un po' di tempo che non mi piaceva gravare troppo su questo bel pietrone posto sopra una specie di piano inclinato. Così, dopo aver cambiato le vecchie piastrine di alluminio con nuove inox Kong, ho tolto l'ultimo ancoraggio e la sosta, che ora è posizionata all'inizio del secondo tratto di ferrata. La catena è provvisoria, ma come posizione mi sembra funzionale. La via rispetto a prima ne guadagna un bel passaggio di ristabilmento pinzando il bordo destro del masso, appena sopra l'ultimo fix.

La situazione in generale non è male, le vie abbastanze pulite e la giungla contenuta, grazie anche alla primavera secca appena conclusa. Ho notato anche che qualcuno viene ad arrampicare a Susano, e questo mi fa piacere perchè ciò contribuisce a tenere il posto "vivo".

domenica 2 gennaio 2011

Piccoli atti di vandalismo?


Rovinata la targhetta della via il Kursk. Capisco che qualcuno può essere in disaccordo con il grado, ma rovinare il lavoro degli altri non è mai edificante.

lunedì 5 luglio 2010

Targhette

I nomi alla base delle vie di Susano Basso erano ormai illegibili sulle vecchie targhe di legno. Le ho sostituite con targhette metalliche verniciate e bulloneria inox, sembra venuto il bel lavoro.