La parete di Susano, già utilizzata all'inizio del secolo scorso come cava, inizia a essere presa in considerazione come palestra di roccia dal luglio del 1993. La paretina in alto, grazie alla sua visibilità dal sentiero, è la prima a vedere gli spit. Nascono tre vie, grazie a un piccolo B&D da 7.2 volt. A ruota inizia l'esplorazione della parete sottostante, che poi diventerà il punto di forza della falesia. Tante ore per chiodare cinque linee e per approntare il terrapieno, necessario per avere un po' di spazio. Nel 2002 le vie della parte bassa vengono parzialmente richiodate, complice un nuovo trapano, per sostituire i tasselli più datati. Il 2005 è l'anno della quasi completa richiodatura a chiodi resinati inox, in modo da garantire un lavoro sicuro e affidabile nel tempo.